Autore Topic: Quali sono i caschi più leggeri in commercio?  (Letto 27866 volte)

Offline deio

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Re:Quali sono i caschi più leggeri in commercio?
« Risposta #15 il: 11 03 2015, 20:20:21 »
Lascia stare LS2 ce l ho io in carbonio ed è un mattone...1350g
e bravo il prof e tutto l entourage...
Mi avete fatto fuori.... CONIGLI!!!!

Offline gigio

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Re:Quali sono i caschi più leggeri in commercio?
« Risposta #16 il: 11 03 2015, 23:06:20 »
Se cerchi caschi molto leggeri, anche se non facili da reperire in Italia, cerca un rivenditore della kabuto. Prezzi competitivi ed ottima qualità. Li avevo provati qualche anno fa all eicma. L azienda, x quanto a me fosse sconosciuta prima di cercare informazioni su internet, è tra le aziende leader giapponesi per la produzione di caschi per varie discipline sportive. Io ho uno shoei e devo dire che kabuto regge il confronto qualitativo e vince per il peso.
Compito in classe di scrittura creativa. La maestra dice: "voglio che il vostro tema tratti dei 3 valori fondamentali della vita: religione, nobiltà e famiglia. Il tutto condito da un po' di suspance..."
SVOLGIMENTO:
"Mio Dio! - disse la Contessa- Sono incinta!....e non so di chi...!!!"

Offline baolian

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Re:Quali sono i caschi più leggeri in commercio?
« Risposta #17 il: 12 03 2015, 14:50:49 »
Se cerchi caschi molto leggeri, anche se non facili da reperire in Italia, cerca un rivenditore della kabuto. Prezzi competitivi ed ottima qualità. Li avevo provati qualche anno fa all eicma. L azienda, x quanto a me fosse sconosciuta prima di cercare informazioni su internet, è tra le aziende leader giapponesi per la produzione di caschi per varie discipline sportive. Io ho uno shoei e devo dire che kabuto regge il confronto qualitativo e vince per il peso.

Grazie!
Non li conoscevo ma sembrano molto interessanti ed esteticamente sono anche belli.
Quasi quasi lo prendo per me!
Da quello che ho letto, credo che si possano trovare spesso presso i concessionari honda [ok]

Offline gigio

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Re:Quali sono i caschi più leggeri in commercio?
« Risposta #18 il: 12 03 2015, 17:50:43 »
Si più o meno tutti i concessionari Honda li vendono, perché hanno fatto una partnership. Però spesso tengono solo i jet o quelli di fascia bassa. Probabilmente i concessionari più forniti hanno anche i top di gamma.

Offline 4cylinders

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Re:Quali sono i caschi più leggeri in commercio?
« Risposta #19 il: 12 03 2015, 23:19:06 »
Ciao ragazzi,

scusate il ritardo con il quale riprendo la discussione, ma dovete sapere che la mia attività "bizzarra" comporta momenti di inteso lavoro ed altri di (relativa) tranquillità... Sono insomma un forumista intermittente - tranne quando si tratta di MP, ai quali cerco, per quanto possibile, di rispondere a stretto giro.

Grazie al Prof - che colgo l'occazione per salutare - per le belle parole; purtroppo a volte la saggezza è una derivante dell'esperienza, e quando si parla di caschi persino io (che solitamente amo ridere sempre) smetto di scherzare. Quanti, come il sottoscritto, hanno mosso i primi "passi" motociclistici sul finire degli anni '80, ricordano bene quali esiti micidiali avessero gli incidenti all'epoca.

Dato che però ogni tanto si riaccende il dibattito relativo al casco integrale o jet, ho deciso di rievocare per sommi capi la situazione così com'era antecendentemente all'introduzione del casco obbligatorio. Mi rendo conto che siamo abbondantemente off-topic, e dunque invito i moderatori ad intervenire senza problemi per spostare la discussione; anzi, come noterete ho provveduto a scrivere l'intervento in modo che possa essere "tagliato" (proprio qui sotto) e ricollocato in altra, più acconcia sede.

La necessità di indossare dispositivi per proteggere il capo non è sempre stata percepita come indispensabile dai motociclisti da strada: sino a tempi relativamente recenti il casco era riservato quasi esclusivamente agli sportivi ed alle competizioni - e ancora... si trattava dei cosiddetti "cromwell", caschi a scodella che oggi non sarebbero omologati manco per andare a piedi -, ed era quasi impossibile, anche volendolo, procurarsene uno. Mio padre, che girava in Triumph (un residuato bellico che scambiò successivamente con una più moderna Lambretta) sul finire degli anni '50, mi racconta spesso che il copricapo più protettivo che si potesse rimediare all'epoca era quella caratteristica cuffia in pelle che si vede a volte nei vecchi film dell'epoca... Senz'altro molto suggestiva, ma certo non il massimo quanto a protezione in caso di caduta! Diciamo pure che ancora negli anni '70 in Italia non esisteva affatto una cultura motociclistica degna di questo nome: fatevi un giro su Youtube e date un'occhiata a qualche poliziottesco con Tomas Milian o Maurizio Merli per capire quale fosse la concezione dell'andare in moto; ed anche quale fosse la concezione dei motociclisti, spesso e volentieri percepiti come teppisti, scippatori, delinquenti ecc.

Personalmente vidi i primi caschi durante un viaggio on-the-road in Francia, con i miei genitori, nel 1978 o giù di lì. L'obbligatorietà riguardava anche i motorini, e ricordo che mi colpì moltissimo vedere questi bislacchi copricapi, che parevano usciti da Guerre Stellari (distribuito l'anno precedente, e fissato in modo indelebile nelle nostre fantasie infantili) o dai carri di carnevale. Naturalmente si trattava esclusivamente di jet; ma mio padre, da me interrogato sull'utilità di quegli strani affari, disse che se fossero stati in vendita ai suoi tempi, non avrebbe esitato neanche un attimo ad acquistarne uno. "In fondo", continuò, "nulla ti dà la sicurezza di aver salva la vita in caso di incidente... Ma sicuramente proteggere il capo, la zona più vulnerabile, è senz'altro già molto importante".

Non ho mai dimenticato quella lezione, e quando pochi anni dopo mi insegno a guidare - utilizzando un vecchio Innocenti Lui 75 -, e successivamente acquistò per me un MZV Minarelli Cobra -, mi disse senza preamboli che, qualora pescato a guidare senza casco, non avrei mai più potuto utilizzare neppure una biclicletta. Non gli sarò mai abbastanza grato per quella severità, che molti altri genitori all'epoca non applicavano. Inoltre, mentre tutti i miei amici indossavano il jet - la marca più comune all'epoca era la "Kiwi", un casco plasticoso che secondo gli standard attuali non otterrebbe mai l'omologazione -, a me fu imposto un Bieffe integrale in fibra. Solo per farvi capire, il casco (in fibra, una vera rarità all'epoca) costò circa 300.000 lire, ossia a dire più o meno esattamente quanto il motorino (usato)! Ero praticamente l'unico del mio giro di amici ad indossare un integrale per guidare il cinquantino, ma piano piano, impratichendomi nella guida su strada, iniziai a capire che forse quell'ingombro non era poi così superfluo, anzi...

Infatti, il casco sarebbe diventato obbligatorio di li a pochissimo, ma ancora era possibile circolare a capo scoperto, e con qualsiasi cilindrata! Era uno spettacolo normale vedere in autostrada bolidi spaventosi tipo CBX 1000 o GPz con a bordo guidatori e passeggeri muniti esclusivamente di occhiali da sole (in genere si usavano i Ray-Ban con le stanghette a molla, per evitare che il vento e la velocità li facessero schizzare via). In ogni caso, sino a 50 cc. l'obbligatorietà riguardava esclusivamente i minori; al compimento del diciottesimo anno di età la calotta cranica diveniva miracolosamente più dura ed il casco scompariva in qualche armadio.

All'atto pratico, le più banali cadute continuavano a sfigurare e spesso ad uccidere... solo che invece che a 14 anni ciò avveniva a partire dai 18; ma si trattava di maggiorenni, quindi in linea teorica capaci di decidere per sè, e dunque nessuno batteva ciglio. Quando scattò l'obbligatorietà, ricordo dibattiti accesissimi e furibondi, nei bar e nei luoghi di ritrovo, sull'utilità od inutilità del casco; circolò persino la voce che lo stesso Presidente del Consiglio Craxi avesse fatto approvare la legge in questione solo in quanto detentore di un'ingente quantità di azioni della Nava (un marchio di caschi assai conosciuti sul finire degli anni '80, oggi scomparso dal mercato).

Quante stupidaggini si dissero e si scrissero allora relativamente al casco!

La realtà però iniziò progressivamente a mostrarsi nel volgere di pochi anni. Prima ancora che i sondaggi e gli elenchi di cifre iniziassero ad andare di moda, fu l'esperienza a segnalare l'importanza della svolta compiuta ai motociclisti di tutte le età. Semplicemente, in caso di incidente chi indossava il casco - regolarmente allacciato, dato che inizialmente ci fu chi lo portava provocatoriamente slacciato, in barba all'imposizione! - molto più spesso degli altri si salvava, o riportava danni infinitamente minori.

Un mio professore, vero maestro di vita che ancora oggi incontro di tanto in tanto, possessore di una splendida Suzuki GS 650 GT (la moto che mi ha fatto desiderare di diventare motociclista) ma che utilizzava di tanto in tanto il 50 della moglie, indossava comunque regolarmente un fiammante integrale rosso! "In città", spiegò quando gli domandammo per quale motivo lui, maggiorenne ed abituato alla guida di ben altra cilindrata, portasse il casco per salire su di un motorino, "le superfici sulle quali impattare sono molte di più che in aperta campagna. Il casco va indossato sempre, altrimenti si va a piedi".

Finalmente, quasi al termine del secolo, l'obbligatorietà fu estesa a tutti i mezzi a due ruote muniti di motore a scoppio. Quante vittime siano state necessarie per arrivare ad un provvedimento di elementare sicurezza è impossibile dirlo, ma se pensiamo che anche una sola vita avrebbe potuto essere risparmiata se i nostri legislatori si fossero mossi con più anticipo... mah!... viene proprio da intristirsi!

Ora, dopo questa lunga - anzi lunghissima - premessa, io mi chiedo se in un futuro più o meno anteriore le stesse riflessioni saranno sviluppate in altro modo. Ad esempio, qualcuno mai si dirà: "Se Tizio avesse indossato un casco integrale (e non il jet, che però faceva tanto "tendenza"), oggi obbligatorio, probabilmente non avrebbe dovuto essere sottoposto a sei operazioni maxillo-facciali per la ricostruzione della mandibola"? Oppure: "Quella bellissima ragazza del piano di sopra magari non sarebbe stata sfregiata dal cordolo del marciapiede a causa del jet che portava (per via del caldo, beninteso), se avesse avuto in testa un soffocante integrale"?

Il punto è che purtroppo nessuno di noi comuni mortali sa se, nè quando, nè dove un incidente possa avvenire: un tragitto di pochi metri può essere sufficiente per farsi male o addirittura perdere la vita. Dire a se stessi: "metto il jet, tanto devo fare poca strada" è come non indossare il preservativo pensando "tanto devo fare una sveltina"... un errore, punto e basta.

Ciò detto, ribadisco: ognuno faccia come crede. Lungi da me fare morali, predicozzi, ramanzine ecc.: queste cose le lascio ai professionisti della sicurezza o alle Forze dell'Ordine. Ma dato che il forum è frequentato anche da giovani e giovanissimi, mi pare importante sottolineare con forza come:

   a)   Il Casco jet, anche se di buona qualità, NON offre una protezione per il viso neppure paragonabile a quella che un integrale può dare.

   b)   I dispositivi di sicurezza andrebbero indossati SEMPRE e COMUNQUE, dato che non esistono situazioni potenzialmente "più sicure" (o "meno insicure") - ad eccezione della pista o dei luoghi deputati (dove però, guardacaso, malgrado il più alto livello di sicurezza, vigono gli obblighi che conosciamo, relativamente al vestiario).

   c)   Come scrive Claudio Angeletti, autore di un bellissimo manuale di sicurezza in moto, quantomeno CASCO integrale, GUANTI, STIVALI o scarpe tecniche, PANTALONI LUNGHI e GIACCA (meglio se tecnici) costituiscano il corredo minimo per utilizzare la moto, indipendentemente che lo si faccia in città, campagna, al mare ecc. A ciò io personalmente aggiungo spesso e volentieri un paraschiena, quando non integrato nel giubbotto che ho addosso. 

Quando qualche amico mi chiede se secondo me è giusto acquistare lo scooter o la moto al figlio, rispondo generalemente di sì. Ritengo infatti che il possesso di un mezzo di trasporto rappresenti una tappa importante nello sviluppo della vita di un/a ragazzo/a, soprattutto oggigiorno, in tempi di permanenze prolungate dinanzi ai monitor, videodipendenze, pigrizia eccessiva, incapacità di relazionarsi con gli altri in modo sano ecc. Però immancabilmente soggiungo che è ugualmente importante porre delle regole, e su queste non transigere minimamente: il casco slacciato, una multa per carico non consentito di passeggero o guida pericolosa, e il mezzo finisce dritto in garage. In un caso mi è capitato persino di consigliare ad un'amica di vendere lo scooter della figlia: era immatura, ed evidentemente era meglio che aspettasse ancora qualche anno per mettersi in strada.

Andare in moto è bellissimo, ma bisogna andarci nel miglior modo possibile!

Spero di non avervi annoiato. Sapete con quanta passione mi dedico alla moto, e vorrei fare tutto ciò che è in mio potere per evitare al mio prossimo di fare errori che possono costare carissimi.

Alla prossimaaa.

Lamps


Piero
 
"Casco ben allacciato, luci accese anche di giorno e prudenza. Sempre!"


xx
Quali sono per voi le frasi che un biker non vuole sentire?

Aperto da Carlo919

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Ultimo post 29 08 2011, 12:11:46
da Plaxtic
xx
Guanti omologati in commercio

Aperto da luigi.giglio.9041

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Ultimo post 03 09 2014, 17:55:42
da gigio
xx
Abbigliamento BIEFFE e caschi HJC.... sono buoni??

Aperto da Carlo919

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Ultimo post 08 11 2010, 09:26:05
da sonic
xx
Quali moto vi sono rimaste impresse per estetica,qualita' ciclistiche,erogaz..

Aperto da doctormotorcyclist

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Ultimo post 19 12 2011, 21:11:47
da aladorata